Leggi sulla navigazione

Navigation Acts (in italiano Leggi sulla navigazione), o più in generale Acts of Trade and Navigation (in italiano Leggi sul commercio e la navigazione), furono una lunga serie di leggi inglesi che svilupparono, promossero e regolamentarono le navi inglesi, le spedizioni, il commercio e gli scambi tra altri paesi e le sue colonie. Le leggi regolavano anche la pesca inglese e limitavano la partecipazione straniera - compresi scozzesi e irlandesi - al commercio coloniale[1][2][3]. Sebbene basati su atti precedenti, furono emanati in questa forma per la prima volta nel 1651 sotto il Commonwealth d'Inghilterra.

Lo scopo era quello di alimentare un imponente commercio nazionale inglese a discapito delle nazioni concorrenti, quali Province Unite e Portogallo. Stabiliva, inoltre, che il commercio con le colonie inglesi d'oltremare era monopolio della madrepatria. Fu il primo esempio di una politica protezionista; l'Atto portò a tre guerre sull'Atto di Navigazione tra Inghilterra e Province Unite (1652-1654; 1665-1667; 1672-1674), che vide la prima vincitrice, portandola ad avere il primato marittimo. Da quel momento l'Inghilterra fece in modo di avere una marina grande quanto l'equivalente della somma della seconda e terza marine più grandi.

  1. ^ Ascheri, 2008, p. 128.
  2. ^ NAVIGAZIONE, Atto di, in Enciclopedia Italiana, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
  3. ^ V. Bevan, The Development of British Immigration Law (1986), p. 91.

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